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Recuperare petrolio dalla plastica: una svolta nella lotta contro l’inquinamento marino

(fonte: Plastix Marzo 2024)

Un gruppo di esperti dell’ENEA ha recentemente annunciato un importante traguardo nella lotta all’inquinamento marino: la possibilità di trasformare oltre il 90% della plastica recuperata in mare e sulle spiagge in nuovo “petrolio”. Questo processo innovativo, sviluppato nell’ambito del progetto europeo interregionale Italia-Croazia NETWAP, promette di rivoluzionare il modo in cui affrontiamo il problema della plastica nell’ambiente.

Secondo quanto riportato sulla rivista scientifica ACS Sustainable Chemistry & Engineering, i ricercatori hanno impiegato una tecnica chiamata pirolisi, un trattamento termo-chimico che decomprime la plastica a temperature superiori ai 400 °C, senza l’apporto di ossigeno. Questo metodo ha permesso di trasformare il materiale plastico in una miscela di olio e gas ricchi di idrocarburi, utilizzabili per la produzione di una vasta gamma di prodotti, tra cui combustibili, nuove plastiche, vernici e solventi.

Il dottor Riccardo Tuffi, uno dei principali ricercatori coinvolti nello studio insieme ai colleghi Lorenzo Cafiero e Doina De Angelis, ha dichiarato che il campione di plastica testato ha prodotto idrocarburi di notevole valore economico, con circa l’87% trasformato in olio leggero e l’8% in gas. Inoltre, i gas generati durante il processo di pirolisi sono stati utilizzati per alimentare il processo stesso, rendendolo autosufficiente dal punto di vista energetico.

Questa scoperta offre una nuova speranza nella lotta all’inquinamento marino, fornendo un metodo efficace per rimuovere la plastica dall’ambiente e trasformarla in risorse utili. Tuttavia, mentre questa tecnologia promette grandi benefici, è essenziale continuare a concentrarsi sulla prevenzione e sulla riduzione dell’over packaging (non solo dato dalla plastica) per affrontare la radice del problema dell’inquinamento.

Spesso il dibattito sull’inquinamento si concentra troppo sui materiali plastici trascurando altre fonti di rifiuti come il vetro, la carta e l’alluminio che possono avere impatti significativi sull’ambiente. La plastica non è l’unica responsabile dell’inquinamento, ma è importante affrontare il problema nella sua complessità, considerando tutte le fonti di rifiuti e le relative soluzioni.

In effetti, le statistiche sull’impatto ambientale di materiali come il vetro, la carta e l’alluminio dovrebbero essere prese in considerazione insieme a quelle sulla plastica per sviluppare strategie efficaci di gestione dei rifiuti. È importante evitare di cadere nel mainstream delle narrazioni semplificate e concentrarsi su una visione più ampia e informata del problema.

La riduzione dell’uso di tutti i materiali monouso e la promozione di pratiche sostenibili di produzione e consumo sono cruciali per ridurre l’impatto ambientale complessivo. Questo approccio più completo potrebbe portare a soluzioni più efficaci nell’affrontare le sfide legate all’inquinamento e alla gestione dei rifiuti.

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La GLPS SRL è un’agenzia di rappresentanza di articoli di imballaggio primario per le aziende operanti nel settore alimentare, con una forte specializzazione nei settori caseario, gelato, gastronomia e pasticceria.

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